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Stress Ossidativo e Obesità – Effetti della restrizione calorica

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STRESS OSSIDATIVO E OBESITÀ – INTRODUZIONE

Andrea Bolner1, Angiola Vanzo2, Davide Giavarina3, Giampietro Nordera1, Ottavio Bosello4

1Centro Stress Ossidativo (CSOx), Vicenza – 2Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione (SIAN), ULSS8 Berica, Vicenza- 3Laboratorio Analisi Ospedale S. Bortolo, ULSS8 Berica, Vicenza – 4Dipartimento di Medicina, Università di Verona

Numerosi studi hanno dimostrato che l’obesità è associata ad alterazioni dello stato infiammatorio e dell’equilibrio ossido-riduttivo, ovvero del bilanciamento fisiologico tra specie reattive dell’ossigeno (ROS) e dell’azoto (RNS) e componenti della barriera antiossidante. Ipernutrizione ed elevato contenuto di carboidrati e grassi nella dieta, specialmente se saturi ed isomeri insaturi di tipo trans, possono infatti attivare vie metaboliche in grado di alterare l’omeostasi e di indurre stress ossidativo.

Lo squilibrio ossidativo sistemico e l’infiammazione subclinica, oltre che dell’obesità, sono condizioni tipiche anche delle malattie ad essa collegate, quali aterosclerosi, insulino-resistenza, diabete di tipo 2 e tumori, per le quali sono state indicate come cofattori patogenetici (11).

Secondo alcuni autori, la restrizione calorica (RC) e l’attività fisica, spesso utilizzate nell’obesità per ottenere calo ponderale e migliorare il quadro clinico, sarebbero efficaci proprio a motivo della loro capacità di contrastare l’alterazione dell’omeostasi ossidativa-infiammatoria.

Il nostro studio, che vuole mettere in relazione stress ossidativo e obesità, sono stati arruolati 20 soggetti obesi (7 maschi e 13femmine, di età compresa tra 26 e 65 anni) afferenti agli ambulatori nutrizionali del Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione (SIAN) di Vicenza. 

Dopo l’anamnesi e le valutazioni clinica ed antropometrica, alla visita basale (V0) è stata prescritta ai pazienti una dieta bilanciata definita secondo le linee guida 2003 dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione. Rispetto all’apporto energetico totale, la dieta era composta dal 55% di carboidrati, di cui non più del 10% zuccheri semplici, 15% di proteine e 30% di lipidi; le fibre assunte sono state pari a circa 30 g/die

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